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Ginkgo BilobaE’ un onore poter raccontare la storia emozionante di un albero sacro e magico come il Ginkgo Biloba. Se il nome non vi dice nulla, il suo aspetto è inconfondibile, soprattutto nel periodo autunnale, quando ai suoi piedi le foglie cadute formano un uniforme tappeto dorato di rara bellezza. Se poi guardate da vicino, la loro forma non può non colpirvi: sembrano un minuscolo elegante ventaglio. Il Gingko è presente come albero ornamentale in molte delle nostre città, inclusa Torino, in viali alberati e nei parchi, e costituisce un’attrazione irresistibile nel periodo autunnale grazie al suo fogliame.

Questa straordinaria pianta, nata in Cina e diffusa anche in Italia dal 1750, è un albero antichissimo, le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, tanto da essere considerato un fossile vivente. “È difficile immaginare che questi alberi, ora svettanti su automobili e pendolari, siano cresciuti con i dinosauri e siano giunti a noi quasi immutati per 200 milioni di anni”, scrive Peter Crane. Ma il suo significato simbolico è ancora più interessante: prima di tutto rappresenta la resistenza e la rinascita. È una pianta molto forte, che sopravvive a decisi sbalzi di temperature senza il bisogno di troppe cure. La troviamo spessissimo in Giappone, all’interno dei luoghi sacri, perché pensavano proteggesse dagli spiriti maligni, inoltre rappresenta la coincidenza tra gli opposti, l’inalterabilità delle cose e soprattutto la saggezza ottenuta dall’esperienza.

Dal terribile episodio della bomba atomica sganciata a Hiroshima il 6 agosto 1945, i giapponesi ritengono che questa pianta sia simbolo di longevità, pace e speranza e che incarni l’albero della vita. Infatti, quando avvenne quella catastrofe, la bomba rase al suolo tutto ciò che era nella sua traiettoria, tranne sei esemplari di Ginkgo, che a sorpresa di tutti non subirono danni. Oggi, ognuno di questi sei alberi ha un proprio nome o riferimento geografico: Shukkeien, Myojoin-Ji, Josei-Ji, Hosen-Ji, quella del tempio di Anraku-Ji e quella della scuola Senda.

Il Ginkgo è un albero in grado di sopravvivere ad ogni avversità grazie alla sua capacità di resistenza ai fattori ambientali, all’inquinamento atmosferico e alla sua immunità agli attacchi parassitari. La resilienza è un dono significativo che anche la persona possiede, ma che spesso non sa di avere; non bisogna aspettare che vi siano delle giuste e opportune condizioni, ma al contrario bisogna saper affrontare le difficoltà e le avversità che incontriamo con un atteggiamento positivo, direzionando le nostre energie verso cambiamenti risolutivi e praticabili per non cadere preda della negatività.

Ora vorremmo che scopriste con noi perché abbiamo deciso di inserirlo nel logo e nell’ambiente del nostro studio di psicoterapia. Ci piace da sempre la foglia di Ginkgo, la sua forma a ventaglio e il suo incredibile cambio di colore tra le stagioni. Il suo nome significa “albicocca d’argento”, in giapponese, ma nel tempo ha acquisito moltissimi soprannomi, tutti legati alla forma particolare, a “due lembi”, delle foglie. Nel nostro immaginario, ma le sue proprietà benefiche sembrano davvero confermare le nostre fantasie, siamo rimaste affascinate dalla forma bilobata della sua foglia, ossia ripartita in due lobi che sembrano divisi e ora uniti e che ricordano la configurazione del cervello umano e quella di un cuore. Nella tradizione orientale il Ginkgo è da sempre venerato come simbolo della coincidenza degli opposti. Per questo noi abbiamo inserito nel logo un cervello e un cuore (nella sua forma più creativa e romantica) per sottolineare tali “poli opposti”, presenti anche nel nostro Sè. Il disegno del nostro Gingko è stato realizzato da saraelanillustration.com

Il Ginkgo Biloba è una pianta fragile e resistente, doppia e unica, semplice e complicata. Proprio come tutti noi!

Non possiamo non citare Goethe, che ha dedicato una poesia a questo albero esempio di consapevolezza della propria molteplicità, che a volte può anche essere complicata o dolorosa. Il 15 settembre 1815 Goethe regalò all’amata Marianne Willemer una foglia di Ginkgo, e poco dopo, nei giorni affranti della separazione definitiva, scrisse questa poesia:

Gingo biloba

La foglia di quest’albero, affidato dall’Oriente al mio giardino, sensi segreti fa gustare al sapiente e lo conforta. È una cosa viva che in se stessa è divisa? O sono due, che hanno scelto le si conosca in una? In risposta alla domanda il senso giusto l’ho trovato: non avverti nei miei canti che sono duplice e sono uno?

Johann Wolfgang von Goethe

Le foglie del Ginkgo sono oggetto di studio anche in campo medico. Paiono confermate le preziose proprietà antiossidanti e neuroprotettive già note all’antica farmacopea orientale: rafforzano i vasi sanguigni e la memoria, rallentano i processi neurodegenerativi. Insomma, nell’insieme cooperano per proteggere l’organismo dall’invecchiamento e quindi con l’estratto di ginkgo potremmo diventare eterni anche noi!

Curiosità: il Ginkgo è un bioaccumulatore, ovvero è un albero in grado di accumulare nei propri tessuti le sostanze nocive attraverso la respirazione fogliare, in modo naturale senza nuocere alla propria funzione vitale. Il pianeta è grato e riconoscente a questa pianta, che è in grado di assorbire grandi quantità di CO2. Fornisce inoltre un’importantissima protezione contro gas, polveri e afa, adattandosi a tutti i tipi di terreno (compresi quelli urbani). Se hai la possibilità piantane uno anche tu!


Bibliografia:
“Ginkgo. L’albero dimenticato dal tempo” di Peter Crane (Autore), Fabio Garbani (Avanti), Gianni Bedini (Traduttore), Collana Giardini
“L’incredibile storia del Ginkgo biloba, la pianta che ha visto i dinosauri” articolo di Maria Tatsos – 3 Dicembre 2020- portale Eurocomunicazione

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