ANSIA, imparare a gestirla per sviluppare resilienza.
Su Netflix è appena uscito un documentario sullo Xanax ( o alprazolam, un ansiolitico appartenente alla famiglia delle benzodiazepine, farmaco comunemente usato per il trattamento dei disturbi d’ansia) che sta facendo molto discutere, poiché affronta il problema degli effetti collaterali di questo farmaco e di come col tempo possa diventare pericoloso per il rischio di dipendenza e di abuso. Ma cosa dice di così sensazionale il documentario? In realtà niente di nuovo rispetto a quello che gli psico-specialisti della salute mentale già sanno da anni, e ciò che l’ansia va gestita, non soppressa (come erroneamente le benzodiazepine promettono…). Le conclusioni a cui giungono alla fine del documentario gli esperti intervistati è che “ciò che può aiutarti a superare l’ansia è attraversarla, viverla, capirla e accettarla”.
Ma cerchiamo di capire meglio che cos’è L’ANSIA? L’ansia è un sentimento di paura o apprensione per ciò che verrà. E’ un’emozione biologicamente determinata, messa a punto dall’organismo come meccanismo di allarme per affrontare dei pericoli previsti. Qualunque evento o situazione in prospettiva, che sia avvertita come minaccia, dalla perdita del lavoro, all’esito di un esame, può scatenare l’ansia. L’ansia di per sé è un fenomeno normale ed altamente adattivo, perché prepara l’individuo a far fronte ad una difficoltà che viene anticipata temporalmente per evitare dei danni. E’ utile nel momento in cui ci spinge a migliorare le nostre performance, oppure ci pone in uno stato mentale di allerta per affrontare delle situazioni nuove, o ancora ci aiuta a prevedere dei pericoli. Prendiamo ad esempio una persona che si accinge a svolgere un concorso per un’azienda in cui desidera lavorare. Si tratta di un concorso per lui molto importante e la preoccupazione di non essere preso e di non raggiungere la sua realizzazione lo spinge a prepararsi con molto impegno. Senza una normale quota di ansia, difficilmente questa persona si dedicherebbe allo studio per raggiungere il suo obiettivo.
Tuttavia in alcuni casi l’ansia può diventare disadattiva e patologica, quando è sproporzionata rispetto all’entità del pericolo temuto, oppure se non è gestibile, e produce frequenti condotte di evitamento ed isolamento sociale, e come conseguenza interferisce con le attività sociali e lavorative.
L’ansia quindi di per sé non è un’emozione patologica, ma lo diventa quando interferisce con il benessere psico-fisico. In quei casi l’ansia può determinare comportamenti di difesa che limitano la qualità della vita dato che, per scacciare il disturbo, molte persone limitano le uscite di casa o faticano a portare avanti le proprie attività quotidiane. In questi casi è necessario richiedere l’intervento di un professionista, ed evitare di nascondere il problema, oppure di attendere che “passi da solo”, o ancora tentare di curare l’ansia farmacologicamente in maniera autonoma, o ancora peggio ridurla tramite l’uso di alcool e/o sostanze psicotrope (l’alcool etilico provoca una sensazione immediata di rilassamento alla quale segue tuttavia un peggioramento della sintomatologia ansiosa, il thc può provocare attacchi di panico). Se non trattata l’ansia tende a peggiorare.
L’ultima edizione del Manuale diagnostico e statistico dei disturbi di salute mentale (DSM-V), testo di riferimento a livello internazionale, classifica i disturbi d’ansia in disturbo d’ansia generalizzata, disturbo di panico, fobia specifica, agorafobia, disturbo d’ansia sociale. I disturbi d’ansia sono la forma più comune di disturbo emotivo e possono colpire chiunque a qualsiasi età. L’ansia può inoltre essere la conseguenza di un evento traumatico, in questo caso di parla di Disturbo da stress post traumatico: ad innescare questo disturbo è un evento traumatico e si parla di condizioni tragiche come un attacco fisico, oppure una guerra, una situazione di estrema difficoltà, di vita o di morte. Gli effetti possono manifestarsi subito dopo questo evento oppure dopo mesi, addirittura anni.
I disagi legati all’ansia sono aumentati moltissimo negli ultimi anni, in particolar modo come risultato del periodo legato alla pandemia da covid-19. Se di entità lieve-moderata è possibile raggiungere un miglior benessere psicofisico attraverso la psicoterapia in tempi relativamente brevi, ed evitare l’insorgenza di patologie più gravi o di quadri psicopatologici importanti. L’obiettivo della terapia sarà quello di imparare ad accettare e gestire l’ansia, non di reprimerla o di evitarla, per sviluppare così la resilienza necessaria ad affrontare le criticità della vita, e raggiungere un miglioramento nel benessere psicofisico. Uno degli intervistati nel documentario Netflix afferma che “la resilienza è la chiave di tutto, con l’ansia e la salute mentale in generale”.
“La vità è dura, ma va accettata! Il nostro compito non è eliminare il dolore e la sofferenza dei pazienti ma rendere questa sofferenza tollerabile, in modo che possano vivere al meglio” ha chiuso la dottoressa Anna Lembke, una degli esperti del documentario.